#110. The Visit (2015)


The Visit

The Visit è un film del 2015 di M. Night Shyamalan, regista divenuto famoso per il suo strepitoso debutto del 1999 con “Il Sesto Senso”. Rappresenta la sua prima incursione nell’horror dopo le atmosfere thriller e inquietanti degli esordi e di film come “The Village” (2004).

Anno: USA 2015

Regia: M. Night Shyamalan

Soggetto: M. Night Shyamalan

Sceneggiatura: M. Night Shyamalan

Cast: Olivia DeJonge, Ed Oxenbould, Kathryn Hahn, Deanna Dunagan, Peter McRobbie, Benjamin Kanes, Celia Keenan-Bolges

Durata: 94 minuti

101 Parole di trama (no spoiler)

Loretta è madre di Tyler e Rebecca e, nonostante un burrascoso passato con i genitori con i quali non parla da anni, decide di lasciare andare i figli a fare la conoscenza dei nonni. I due ragazzi conoscono quindi Claire e Mitchell che paiono essere affabili e felici della presenza dei nipoti. Ma una sera quando Rebecca esce dalla camera per andare a prendere i biscotti che la nonna sforna giorno dopo giorno, la trova vagante per la casa mentre vomita e, scossa, torna a letto. Il giorno dopo tutto sebra essere tornato normale ma la convivenza si rivelerà un incubo…

Commento (appassionato)

Una gigantesca palata di cioccolata. Ecco cosa penso dell’ultima fatica di M. Night Shyamalan. Citando le parole di Mark Kermode, che pare abbia voluto togliermi le parole di bocca:

Dovrebbe essere un film horror? O una commedia? Durante la promozione è stato chiamato “un thriller originale”, ma non è niente di tutto questo. Solo “prova di resistenza” descrive adeguatamente lo sconsiderato imbroglio che si sussegue.

La presunzione di aver realizzato un film horror, anzi la presunzione di aver realizzato un film è di un livello tale che meriterebbe l’eterna dannazione seppellendolo nella discarica di Alamogordo nel deserto del New Mexico assieme alle copie invendute di E.T. l’Extraterrestre.

La trama è tutto uno scopiazzamento a piene mani dei film più noti e più di successo degli ultimi anni ma messi insieme in un minestrone senza senso utile solo per attirare persone al cinema e senza alcuna utilità ai fini della narrazione. Abbiamo scene copiate pari pari da “REC” (2007) di Jaime Balaguerò, da “The Ring” (2002) di Gore Verbinski ma soprattutto da “Paranormal Activity” (2007) di Oren Peli, dal capostipite dei mockumentary girato con la camera a mano “The Blair Witch Project” (1999) di Daniel Myrick e Eduardo Sanchez e da tutti i film che da essi derivano, quindi essenzialmente assistiamo a una copia di copie. E proprio perchè copia copiarum il risultato è opaco, come se provaste a fare una fotocopia di una fotocopia.

La completa assenza di una sottotrama, di una storia e di un qualsiasi spunto per dare un senso a 90 minuti di visione rendono il film una ciofeca terrificante e i soli momenti di tensione sono quelli banalissimi del tipo urlo a sorpresa. Roba vista e rivista. Non è che per fare un horror basta piazzare una telecamera ad inquadrare il vuoto per poi far comparire all’improvviso una vecchia urlante in primo piano. Quello lo puó fare anche un bambino nei corridoi della scuola per fare uno scherzo.

The Visit

Nella narrazione vengono talvolta inseriti degli spunti che in effetti potrebbero far pensare ad un segreto, ad un colpo a sorpresa, invece nulla. Ci viene detto che Tyler è inspiegabilmente germofobo ma l’informazione è inutile a fini della trama, ci viene svelato che Rebecca non riesce più a guardarsi allo specchio ma ciò non nasconde un insospettabile segreto che potrebbe dare un senso alla storia; la madre dei ragazzi non confessa loro cosa accadde il giorno della fuga di casa né il motivo dell’abbandono del padre ma scopriamo che il fatto non ha nessuna attinenza con lo svolgimento della vicenda. Insoddisfatto di tutte queste idee lanciate nel vuoto mi sono attaccato all’idea degli alieni: sapete, “The Visit”, il fatto che i due vecchi parlando di aggeggi volanti e omini con gli occhi gialli…anche stavolta tutto buttato nel cesso. Shyamalan si comporta come se avesse comprato la carne le verdure e le spezie per preparare un arrosto e invece si riduca a prendere gli ingredienti, buttarli nel cesso e tirare l’acqua per propinarci un polpettone andato a male.

Insomma questi due vecchi sono matti e i due ragazzi sono finiti lì attirati con l’inganno. Fine del film. E io avrei dovuto pagare un biglietto per questo???

The Visit 3

Non parliamo dei comportamenti assolutamente assurdi dei due ragazzi, specie quelli della ragazza che dopo aver visto il nonno aggredire uno sconosciuto, la nonna brandire un coltellaccio durante la notte e  graffiare nuda allo stipite di una porta si comporta con una sicurezza degna del miglior Bruce Willis. Ne consegue che le uniche cose passabili sono quelle che fanno ridere ovvero gli sproloqui della nonna e il fatto che Tyler invece di imprecare dice i nomi delle popstar.

Ma non siamo ancora arrivati al top dello schifo: il finale.

Quel poco (anzi nulla) di tensione creata in 90 minuti viene completamente lavata via da uno sciacquone di lieto fine in cui i buoni vincono e i cattivi perdono senza che ci sia dato modo di capire le vere motivazioni delle loro azioni (si, ok sono matti ma come fanno ad essere lì senza che nessuno batta ciglio o indaghi???). Poi attimo di attesa: non è che il regista ci ha riservato un colpo a sorpresa? Ancora una volta le nostre aspettative sono tradite e assistiamo alla inutile confessione del “segreto insvelabile” della madre (che si rivela nulla di insvelabile: lei che da un pugno alla madre e il padre che da un pugno a lei. Stop.) e soprattutto un odioso e ripungnante finto rap del bamboccio idiota. Restano da salvare solamente i titoli di coda che finalmente ci liberano dalla punizione della visione di questa marea di melma.

Scena imperdibile

I titoli di coda

Citazioni

Ti dispiace entrare nel forno e dare una pulita?

C’è uno stagno con dentro tante piccole creature. Queste creature vengono da un altro pianeta, ma nessuno se ne rende conto. Queste creature sputano dentro l’acqua tutto il giorno e il loro sputo ti fa dormire, ma non morire. Quando qualcuno va sott’acqua nello stagno cade in un sonno profondo, un sonno davvero profondo. Le creature che vengono da un altro pianeta hanno molte persone in fondo allo stagno. Le tengono da parte e intendono portarle sul loro pianeta di Simmorfitelia un giorno. Questa è una storia inventata, non è vera.

Ho i buchi neri.

Sai, bisogna ridere per cacciare i buchi neri in una caverna.

In definitiva

Se si escludono i momenti di tensione e cagotto, peraltro di una banalità estrema, il film non ha una storia e non ha un senso…centinaia di metri di pellicola sprecati…

Valutazione

Regia 4
 Trama 3
Recitazione 4
Il giudizio di MoviesTavern (vale doppio!) 3
Voto complessivo 4.2

9 risposte a "#110. The Visit (2015)"

      1. Temo che questo autore fosse alla frutta già molto tempo addietro! In realtà è un autore specializzato in colpi di scena: non fa film, crea presupposti per un colpone di scena che ti fa saltare sulla sedia. Creare bei film è tutta un’altra faccenda…

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      2. Non voglio essere troppo cattivo, ma…anche il sesto senso è una cagata pazzesca.

        Tra Shelly e P. Anderson (quello di resident evil) non so chi sia il peggior regista di tutti i tempi insieme al grande Michael “Film di merda” Bay? Chi è il peggiore?

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    1. A me era piaciuto molto il trailer. Forse mi sarò fatto troppe aspettative che poi sono rimaste deluse. Intendiamoci, i momenti da “strizza” ci sono, ma secondo me manca la storia.

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