#148. Number 23 (2007)


Number 23

Number 23 è un film di Joel Schumacher del 2007. Il protagonista è Jim Carrey, in uno dei suoi ruoli drammatici come in film quali “The Truman Show” (1998) di Peter Weir, “Man on the Moon” (1999) di Miloš Forman e “Se mi Lasci ti Cancello” (2004) di Michael Gondry. In un ruolo da coprotagonista Virginia Madsen, impegnata ad inizio carriera di “Dune” (1984) di David Lynch.

Anno: USA 2007

Regia: Joel Schumacher

Soggetto: Fernley Phillips

Sceneggiatura: Fernley Phillips

Cast: Jim Carrey, Virginia Madsen, Logan Lernan, Danny Huston, Mark Pellegrino, Lynn Collins, Rhona Mitra

Durata: 95 minuti

101 Parole di trama (no spoiler)

Walter Sparrow lavora come accalappiacani e sta per terminare il turno il giorno del suo compleanno quando viene chiamato per un intervento. Il cane che lo attende, Ned, si dimostra tosto e arriva a morderlo, gli fa perdere tempo e lo fa arrivare in ritardo all’appuntamento con la moglie Agatha che lo aspetta in libreria. Qui acquista un libro, “Number 23”, storia dell’ossessione che il protagonista Topsy Kretts nutre per il numero. Inizialmente riluttante, Walter inizia a leggere e trova una serie incredibile di coincidenze con la storia della sua vita che lo porteranno ad indagare sulla storia di Topsy Kretts.

Recensione & Commento (appassionato)

Proseguendo nel solo tracciato dalla recensione della scorsa settimana di “π – Il Teorema del Delirio” (1998) di Darren Aronofsky, anche “Number 23” mette al centro della storia un numero.

Prima di procedere oltre occorre fare qualche piccola puntualizzazione. Entrambi i film muovono dal presupposto che dietro ogni azione e ogni comportamento si celi una sorta di “forza” rappresentabile con un numero: ogni evento non sarebbe quindi casuale ma frutto di uno specifico disegno che si può ritrovare sotto forma di una quantità ben definita, sia esso π, ϕ, 23, o qualunque altro numero.

Sebbene dopo una profonda analisi filosofica potrebbe effettivamente sembrare che il motore di tutti gli eventi del’universo siano riconducibili ad una certa quantità (nonostante questa sia una discussione che, sebbene bellissima potrebbe durare in eterno e non sarebbe pertanto saggio liquidarla qui in poche righe), è bene notare che da un punto di vista più razionale, tutto ciò potrebbe essere spiegato come una sorta di caso limite di pareidolia.

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La pareidolia è unametodologia che la nostra mente applica per ricondurre le forme che ci appaiono in natura ad immagini che ben conosciamo: un esempio classico è quello di “vedere” nelle nuvole in cielo immagini di un volto, un oggetto e così via. Questa associazione mentale, lungi dall’essere un caso di follia visionaria, si ritiene essere un metodo difensivo della nostra mente rimasto come relitto dai tempi nei quali l’uomo viveva ancora in uno stadio non evoluto e aveva necessità di difendersi dai pericoli naturali: per questo il nostro cervello tende a vedere immagini, volti, animali un po’ dappertutto, in modo da tenere i sensi all’erta per non abbassare la guardia. Sempre la pareidolia sarebbe responsabile, se portagat alle sestreme conseguenze, di alcune teorie complottistiche sulle quali non mi pare però il caso di soffermarmi, almeno non in questa sede.

Se infatti, proviamo a convincerci che, invece del numero 23, la nostra vita sia governata da, ad esempio, dal 3, dall’ 8, o dal 14, scopriremo che tutto pare rifarsi al quel numero: questo perché la nostra mente cerca di ritrovarlo in tutte le cose, addizionando, moltiplicando o difidendo quantità, scartando però tutte quelle “operazioni” che non portano al numero.

Tornando al 23, ad esempio, potrei anch’io dire di esserne vittima visto che sono nato nel 1985: 1+9+8+5=23. Non voglio svelarvi la mia data di nascita ma vi assicuro che anche quella porta al 23. Tuttavia potrei anche notare che ho abitato per anni al civico 26, che mio nonno è nato nel ’26 e che ho conosciuto la mia ragazza a 26 anni. Tutto sta nel modo nel quale il cervello vuole trovare quello che sta cercando.

Andiamo ora a ciò che riguarda strettamente il film, calandoci negli aspetti tecnici. Il protagonista Jim Carrey, dopo essere stato un apprezzatissimo comico, dal 1999 iniziò a cimentarsi anche in ruoli drammatici e di sicuro Number 23 è uno dei suoi fiori all’occhiello, nonostante abbia ricevuto un inspiegabile Razzie Award come Peggiore Attore Protagonista. Il modo in cui il soggettista/sceneggiatore Fernley Phillips conduce lo spettatore nella spirale paranoica associata al numero 23 è meraviglioso, così come splendidi sono i continui riferimenti al bianco e nero allucinato in stile “Sin City” che Schumacher inserisce nella narrazione per mostrarci le vicende di Fingerling.

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Riuscire a seguire con attenzione il film non è cosa facile perché, specie se siete amanti della matematica, della teoria dei numeri o anche della numerologia, inizierete da un certo punto in poi a contare tutto ciò che avrete intorno. Vi salverà fortunatamente il finale, nel quale ***ATTENZIONE SPOILER*** capiremo che la storia del numero 23 non è realmente legata al modo in cui si manifestano gli eventi intorno a noi, ma solamente un’ossessione del protagonista ***FINE SPOILER***

Tuttavia rimane sempre il dubbio che Schumacher ci insinua con l’ultimo fotogramma del film.

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E se il 23 davvero fosse ovunque attorno a noi?

Scena imperdibile

 

Citazioni

Ventitré sono gli assiomi della geometria euclidea. Le cellule somatiche contengono quarantasei cromosomi, ventitré da ogni genitore. Il sangue compie la circolazione in ventitré secondi. I Maya credevano che il mondo sarebbe finito il 23 dicembre del 2012. Venti più dodici fa?

La verità è che c’è un ristretto gruppo di persone che ha piacere nel perpetuare la sua cattiva fama. Il sette è fortunato, il tredici sfortunato, gli scarpini fortunati dei giocatori. Le persone pregano perché credono che Dio le aiuterà se lo fanno. Si tratta di una credenza magica, un ragionamento causale, non scientifico. Tu lo stai cercando il ventitré e quindi lo trovi.

E state pur certi che il vostro peccato vi ritroverà. (Numeri, 32:23)

In definitiva

Un film bellissimo, anche se probabilmente il mio giudizio è alterato dal mio amore smodato per i numeri e per la matematica (e questo si riflette nell’altissima valutazione, ma oh, il giudizio è  il mio e lo dicido io…), ma cerando di essere un pochino più razionale vi dico che è comunque un film che almeno una volta è da vedere.

Valutazione

Regia 8
 Trama 9
Recitazione 8
Il giudizio di MoviesTavern (vale doppio!) 8
Voto complessivo 8.2

7 risposte a "#148. Number 23 (2007)"

    1. Guarda, io la prima volta che l’ho visto ho dovuto piantare a metà per cause di forza maggiore e l’ho finito di vedere il giorno dopo. Tra una visione e l’altra ho iniziato a contare tutto, credevo stessi per impazzire…

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  1. Visto in sala quando uscì e da allora mai più rivisto, ricordo che pomparono parecchio la prova di Carrey, che ho sempre ritenuto migliore nei ruoli drammatici che in quelli comici, ricordo anche che il lavoro di Schumacher era ottimo, i dettagli sul bianco e nero di cui hai parlato li ricordo bene, forse avevo trovato il finale un po’ deludente, ma dovrei rivederlo, e veramente passata una vita 😉 Cheers!

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