#42. E Non Liberarci dal Male (1971)


E Non Liberarci dal Male

E Non Liberarci dal Male è un film del 1971 di Joël Séria, uno dei suoi più celebri e il suo esordio in un lungometraggio. Protagoniste le due adolescenti Jeanne Goupil, vera e propria attrice feticcio del regista che la dirigerà in molte altre pellicole e Catherine Wagener. Molto curate nel film le musiche che accompagnano in sottofondo le azioni crudeli delle due protagoniste.

Titolo Originale: Mais ne Nous Deliverez Pas du Mal

Anno: FRA 1971

Regia: Joël Séria

Cast: Jeanne Goupil, Catherine Wagener, Bernard Dhéran, Gérard Darrieu

Durata: 101 minuti

Trama

Anne e Lora sono due adolescenti di buona famiglia che frequentano una scuola religiosa. Sono legate da un affetto che supera la semplice amicizia e sono dipendenti l’una dall’altra.

Per le vacanze estive, approfittando della partenza dei genitori di Anne, le due ragazze iniziano una vita in simbiosi e, complici alcune letture “proibite”, iniziano a comportarsi in modo strano.

Inizialmente seducono un fattore con atteggiamenti molto allusivi finchè questo, preso dall’eccitazione, non si getta su Lora tentando di violentarla. Quindi rubano ostie e paramenti sacri per organizzare una cerimonia di conversione al satanismo, officiata dal mentalmente ritardato giardiniere Leon con il quale dopo si allontanano in barca. Le due lo gettano poi in acqua, lo deridono e lo provocano più volte giocando con le proprie vesti finche l’uomo non tenta di abusare di Lori, salvata dall’amica.

In sequito, quasi per gioco, danno fuoco ad un fienile e uccidono gli uccellini di Leon, ai quali l’uomo è molto affezionato.

Una sera rincasando in bicicletta, incontrano un uomo con l’auto in panne e lo invitano a casa; qui le due giovani si spogliano dei loro vestiti e rimangono in intimo suscitando eccitazione ed imbarazzo nell’uomo che viene incalzato dalle continue domande delle giovani, sempre più maliziose e sfacciate. Quando Anne esce per prendere legna da ardere l’uomo si avventa su Lori che viene di nuovo molestata. Ma questa volta Anne sente le urla e, rientrata, colpisce l’uomo alla testa con un ceppo, uccidendolo. Spaventate, le due ragazze gettano il cadavere nel lago e si promettono l’un l’altra di non rivelare nulla.

Ma la pressione è tropo forte e dopo essere state interrogate dalla polizia, Lora crolla in un pianto isterico; Anne tenta di tranquillizzarla ma durante una recita le due, compreso che ormai la verità sta per essere scoperta, si cospargono di benzina e si uccidono dandosi fuoco.

E Non Liberarci dal Male

Commento (appassionato)

Un’esistenza monotona, famiglie fredde e distaccate, più preoccupate delle loro ville, del loro denaro, di partite a canasta e di farsi vedere in chiesa la domenica per potersi sentire le migliori. Tutto questo plasma il carattere e il comportamento di Anne e Lora che, tra insofferenza religiosa, primi desideri e voglia di evasione inizieranno un’escalation di violenza completamente gratuita.

Le due ragazze sono cattive, una cattiveria che alberga nella loro anima e che ha troppo spesso la meglio sui tardivi pentimenti, cattive più per gioco che per necessità, spinte solo dalla voglia di rompere le regole e di giocare a modo loro.

Una crudeltà che stona terribilmente con il loro aspetto esteriore di ragazzine di una scuola religiosa, dalla faccia pulita e quasi spaventata: si fa quasi fatica a credere che le due attrici fossero già maggiorenni quando girarono il film. Lori soprattutto sembra una ragazzina di 12 anni e il suo aspetto innocente stride cono il suo vandalismo che, c’è da dire, è sempre molto combattuto. Mai l’iniziativa parte da lei ed è lei sempre la prima ad avanzare preoccupazioni e spaventarsi per le conseguenze delle proprie azioni.

Le due ragazze vivono in un’estate tutto ciò che di peggio l’esistenza adulta ha da offrire: la malizia con la quale si offrono ai maschi, senza neppure immaginare a cosa andranno incontro, la blasfemia, con la celebrazione di una messa satanica aiutate dal continuamente vilipeso giardiniere con problemi mentali, appartenente ad un mondo diverso dal loro e quindi indegno di ogni rispetto, la violenza folle e selvatica, rappresentata in modo eccezionale nella scena dell’uccisione dei due uccellini e infine il peccato più grande, l’omicidio.

Una vita di peccato condensata in poche settimane di una gioventù acerba ma desiderosa di essere già grande, terminata tragicamente. Tutto è già stato vissuto, tutti i peccati sono stati commessi, l’unica grande esperienza che manca alla giovane coppia è la morte, una morte atroce, uno spettacolo, non a caso tenuto sul palcoscenico al termine di un recita macabra che sa di testamento, nel peggior modo possibile: bruciate vive, come due streghe, per purificare finalmente l’anima dal male che vi albergava.

Il film ha il pregio di non concentrarsi esclusivamente, come potevano far pensare i primi minuti, ai pruriti sessuali di due amiche adolescenti, ma tocca gli aspetti più oscuri della psiche delle ragazzine.

E Non Liberarci dal Male 2

Devastante la scena dell’uccisione dei due uccellini: è stomachevole la sequenza nella quale il primo canarino viene soffocato e sempre più convulsamente si dimena nella gabbietta fino a morire in modo orribile; un altro pugno nello stomaco la sequenza della seconda uccisione, per strangolamento, di un pappagallino del quale vediamo nitidamente lo sguardo rivolto alla camera come per supplicare aiuto. Anne si pentirà amaramente del fatto e sarà la prima volta nel film che la vedremo veramente perduta: nulla in quel momento ha più senso, non ha più valore la sua conversione al satanismo, non ha più valore la sua voglia di rompere con le regole. Sola con il suo rimorso non trova altra via che rifugiarsi nell’altare e implorare perdono per i propri peccati.

Questa scena chiave dimostra come Anne, proprio lei che delle due protagoniste è sempre la più decisa nel prendere l’iniziativa, è in effetti poco più che una bambina, incapace di farsi carico delle proprie azioni, che vede tutto come un sadico gioco fin quando non si rende conto delle conseguenze.

Pur partendo “alla pari”, Lora viene lentamente soggiogata da Anne che si comporterà come la sua “tutrice” e la rassicurerà nei momenti nei quali l’amica si sentirà persa e impaurita. Non ci è dato saperlo ma siamo pronti a scommettere che sarà proprio Anne ad avere l’ultima, folle idea: abbandonare la vita dandosi fuoco insieme all’amica di sempre con la quale è indissolubilmente legata e con la quale è costretta a condividere il destino. Emblematica a tal proposito la frase che viene ripetuta verso il finale del film (vedi “Citazioni”).

E Non Liberarci dal Male 3

La chiave delle azioni delle due è però ben mostrata nella prima parte della pellicola: non è un semplice evento ma è il continuo logorio determinato da due genitori distaccati e sostanzialmente disinteressati, le cui reprimende nei confronti delle figlie suonano come frasi di circostanza che un genitore è tenuto a dire ai figli: non si vede mai in loro un briciolo di amore e questo sarà il motivo che scatenerà il traviamento delle giovani ragazze.

Un traviamento fomentato dalla lettura di testi “maledetti”, come i Canti di Maldoror di Lautréamont, che ispirano le loro azioni. Terrificanti le immagini evocate dalla lettura delle ragazze di uno dei passaggi di seguito riportato:

Bisogna lasciarci crescere le unghie per quindici giorni. Oh! com’è dolce strappare brutalmente dal suo letto un fanciullo che nulla abbia ancora sul labbri superiore e, con gli occhi spalancati, far le viste di passargli soavemente la mano sulla fronte, tirando indietro i suoi bei capelli! Quindi, d’un tratto, quando meno se l’aspetta, conficcargli i lunghi artigli nel petto molle, in modo tale che non ne muoia; ché, se morisse, non si avrebbe più tardi la visione delle sue miserie.

Scena imperdibile

Come già citato per la crudeltà mostrata, la scena dell’uccisione degli uccellini, ripresa senza stacchi di montaggio, fino alla morte della creatura.

Per l’importanza chiave nell’evoluzione dei comportamenti delle ragazze è fondamentale la scena della lettura dei Canti di Maldoror.

Citazioni

Una volta usciti da questa effimera vita, voglio che siamo avvinti per l’eternità, a formare un essere solo, la mia bocca incollata alla tua bocca.

In definitiva

Una pellicola scorretta e cattiva, che nonostante alcune cadute di ritmo, soprattutto nella prima parte, merita di essere vista fino in fondo. Una glaciale esposizione dell’ingenuità del male e di come esso possa facilmente penetrare nella psiche di due ragazzine innocenti.

Valutazione

Regia 6
 Trama 5
Recitazione 6
Il giudizio di MoviesTavern (vale doppio!) 6
Voto complessivo 5.8

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