#211. La Sbandata (2017)


Flash review (potrebbe contenere spoiler): Là dove tutto ebbe inizio.

La Sbandata è un film del 2017 di Federico Saltarelli e fa parte di un ciclo di film per la tv che ad oggi include Un Posto al Sole (2017), Senza Scrupoli (2017), Un Amore Morboso (2018), Diavoli (2019) Lezioni private (2019), Cuori infranti (2019) e L’Amica del Cuore (2020). Nel cast sono presenti Regina Begaj, Alfredo Navarra, Matteo Pedone, Tano d’Amore, Miriam De Marco, Debora Giannelli, Pamela Colucci, Roberto Ranieri e Mino Barbarese.

Anno: ITA 2017

Soggetto: Federico Saltarelli

Sceneggiatura: Federico Saltarelli

Regista: Federico Saltarelli

Cast: Regina Begaj, Alfredo Navarra, Matteo Pedone, Tano d’Amore, Miriam De Marco, Debora Giannelli, Pamela Colucci, Roberto Ranieri, Mino Barbarese

Durata: 75 minuti

Recensione & Commento (appassionato)

Potevo io lasciarvi troppo tempo senza Saltarelli? Certamente sì. Sarebbe stato meglio? Boh, sì? No? Non so…Sappiamo tutti però che il Saltarelli è una droga e la dipendenza che provoca non è certo curabile con un minimo di astinenza. Per questo a grande (?) richiesta, torna l’ennesimo film del ciclo “Storie di Vita”, ovvero l’ennesimo film con la stessa storia e lo stesso cast ambientato negli stessi posti. Alcuni potrebbero chiamarla ripetitività, ma noi prodi seguaci del Saltarelli la chiamiamo semplicemente “piacevole riproposizione”. Perchè cambiare ciò che ci ha già deliziato? Alcune cose sono perfette così, tipo le tette (mi perdoneranno le donne che stanno leggendo, posto che qualcuna legga ‘sta roba) e non c’è bisogno di cambiarle, puoi riproporle giorno dopo giorno e a noi andranno sempre bene così. Il Saltarelli lo sa e ci ripropone lo stesso film E PURE le solite tette, tante.

In realtà “La Sbandata” non è una scopiazzatura degli altri film, perchè è il primo della celeberrima serie “Storie di Vita” che si propone (credo) di raccontare per l’appunto storie della vita di tutti i giorni che per il Saltarelli sono corna a non finire, gente che ha bisogno di lavoro, gente laida che chiede sesso in cambio di denaro e gente disposta a spogliarsi ad ogni piè sospinto.

Si vede che il meccanismo saltarelliano qui deve ancora essere definito nei dettagli anche se molti degli interpreti sono quelli che abbiamo imparato ad amare in altri film: c’è la nostra cara Regina Begaj, c’è Tano “Nek” d’Amore, c’è Matteo “Chumlee” Pedone e il grande Alfredo “Rupert Sciamenna” Navarra, ma i ruoli, sebbene già assegnati devono ancora essere un po’ smussati e arriveranno alla perfezione solo un anno e un paio di film dopo. Sì, perchè non è che il Saltarelli si sia impegnato a far ruotare un po’ i personaggi dando loro ruoli appena diversi, no, i ruoli sono definiti nel primo film e via così per tutti gli altri. Si potrebbe obiettare: ma se Boldi e De Sica fanno gli stessi ruoli da 30 anni facendo ormai pena e c’è qualcuno che continua a finanziarli, cos’ha il Saltarelli in meno per non dover fare la stessa cosa?

Nulla, infatti lo fa.

Come da stile saltarelliano i personaggi, che si muovono sempre nelle stesse tre location in tutti i film, sono doppiati sempre dagli stessi doppiatori (che però a volte cambiano personaggio lasciando spiazzati gli spettatori) anche se a sto giro qualcuno si autodoppia: è il caso di Regina Begaj che, suppongo io, sia di origini albanesi (o almeno così il cognome suggerisce) e interpreta una ragazza che è arrivata in Italia ma vive di espedienti e rischia sempre di avere il permesso di soggiorno revocato. Con una decisione di fine oculatezza e di puro spirito neorealistico Saltarelli dà questo ruolo per l’appunto alla Begaj che, forse troppo insicura nella recitazione, decide di ridoppiarsi, ma tradendo sempre il suo accento (verrà doppiata da altra gente nei film successivi).

Qui il doppiaggio non serve

Come al solito andiamo a vedere chi cacchio sono i personaggi che si muovono come i cartonati di “Mamma ho Perso l’Aereo” nei fondali pugliesi scelti dal regista:

  • Mattia (interpretato da Tano d’Amore). Costui è uno studentello sbarbatello (marcondirondirondello) anche se nella realtà è ben oltre i trenta che è a tiro di laurea e che visto che “a casa sua c’è un casino incredibile” e che “in centro c’è sempre rumore” va a stare in campagna a casa della fidanzata per concentrarsi e studiare per l’ultimo esame di laurea (che ad un certo punto del film diventa un concorso, vai a capire il perchè…). Certo, manco lui vivesse nel centro di Città del Messico. La sua morosa, Laura, ovviamente abita nella casa che si vede in tutti i film con la madre milfona (ci arriveremo dopo). Il buon Mattia, che si badi bene indossa per dieci giorni la stessa roba (forse addirittura i Simpson si cambiano d’abito più spesso), è un filino bipolare e passa dalla tranquillità al vaffanculo, dalla gentilezza al dare della bottana in un batter d’occhio. Grezzo come la carta vetra quando si rivolge a Rupert Sciamenna (e per questo meriterebbe un paio di schiaffi) e grettissimo quando percula il povero Giulio, ex (o quasi) di Laura solo perchè non riesce a cuccare un po’ di patonza e perchè ha la faccia perennemente tendente al suicidio. E’ assolutamente incapace nello studio, sta per 10 giorni sulla stessa pagina (probabilmente è l’ultimo numero di Topolino) ed è pure incapace a leggere, giacchè tiene il ditino sotto la riga come si faceva alle elementari (ed è pure a tiro di laurea, mah…). Nonostante trombi (male) con la sua morosa è allupatissimo quando squadra Rossella, la madre di lei (è proprio lei che provocherà la “sbandata” del titolo) la quale con uno schiocco di dita decide di sganciargliela per pura pena. Ogni tanto ama fare un po’ di dirty talking per caricarsi, tipo dà della stronza alla morosa, lei ricambia e poi trombano. Mah. E’ un assiduo frequentatore del cesso di casa di Laura, è perennemente senza energie e beve molto caffè. La sera mangia e va a letto che manco mio nonno a 90 anni. In sostanza un omuncolo del menga.
    Frase top: (Rossella le ha dato il buongiorno) Che energia! Non so dove trovi tutta questa forza a quest’ora del mattino!
    Ammazza che catorcio.
  • Laura (interpretata da Debora Giannelli). E’ la morosa di Mattia ed è ancor più bipolare di lui, se possibile. E’ calma e tranquilla, ma appena sua mamma parla le si tappa la vena e inzia a scancherare come un muratore. Nella coppia decide lei: se lei non vuole trombare non si deve trombare, se lei vuole trombare e lui no, lui si attacca e deve trombarsela lo stesso. Ha un’amica, Loredana, che le ha insegnato una delle cose fondamentali della vita, e talvolta le due rivangano i bei vecchi tempi di quando sbagasciavano allegramente in giro. In effetti nel film “Un posto al sole” fellò alla grande tutti coloro che le capitarono a tiro dimostrando che la amica-maestra le ha insegnato proprio bene. Innamorata-ma-proprio-un-casino-non-capisci-quanto del suo moroso, è oggetto del desiderio di Gianni che se la fila dalle elementari, senza che lei lo abbia mai degnato neanche di una palpata di culo. Lui torna pure da Londra per vederla, ma nada, lei vede solo Mattia (il che è tutto dire). Odia sua mamma, chissà perchè, ma odia ancora di più il compagno di lei, Rupert Sciamenna ma non ci viene dato modo di capire il perchè. Quasi verso la fine del film, introdotto da un effetto speciale così tragico che non si vede neanche nei filmini delle gite, e condito da uno sfondo virato seppia (che in realtà sembra più virato piscio), scopriamo il motivo: tempo prima (un giorno? un mese? un anno? Ho capito che era un flashback solo alla fine) Rupert dopo averla spiata sotto la doccia aveva provato a violentarla (riuscendoci? Chissà, sembrava parecchio in difficoltà…) e da lì lei lo odia, senza aver mai detto nulla a nessuno, neanche alla sua amica. Non riesce molto a comprendere le emozioni di chi parla con lei tanto che prende come brutte le belle notizie e viceversa.
    Frase top: (Gianni le dice che a Londra ha finalmente trovato lavoro) Gianni, purtroppo è la vita, stiamo crescendo, non si può rimanere sempre SUL GUSCIO di casa, se a Londra stai facendo carriera è giusto così.
    Mai stare sul guscio di casa.
  • Marco (interpretato da Alfredo Navarra). Rupert Sciamenna ha già in sè i germi del laido che sarà negli altri film e qui interpreta un laido che si sbatte la milfona. Odiato dalla figlia di lei, Laura (che a domanda di Mattia che le chiede come si chiama l’uomo, risponde “Coglione, devo chiamarlo così?”), è un tipo che ha un lavoro oscuro (e probabilmente illegale) ed è, come in tutti i ruoli successivi, malato di patonza. In questo film svetta molto meno rispetto al normale anche perchè quello che gigioneggia con le sue espressioncine ridicole è Tano d’Amore. Patetica la scena della violenza a Laura dove è chiaro come il peso dell’età lo faccia faticare e non poco a tenere la ragazza ferma (e lei manco si dimena così tanto) ma la scena viene troncata lì quando lei le tira uno schiaffetto. Lui, con una verve che pare Inzaghi in area di rigore ai tempi d’oro si accascia sul letto tenendosi la guancia manco lo avesse preso a manate Bud Spencer. Entra in scena parlando con la sufficienza del trombatore consumato venendo addirittura zittito da Mattia.
    Frase top: Che bella donna che stai diventando, e che bel collo! Piccolo da cigno.
    Ahò, a lui piacciono i colli…
  • Rossella (interpretata da Miriam De Marco). E’ la milfissima mamma di Laura e si prende la scena alla grande in uno dei ruoli che sarà di Regina Begaj: mostrare la mercanzia. Titaneggia nel suo ruolo di madre un filino zoccola che riceve le persone in accappatoio e cerca di mettere “a proprio agio” gli ospiti in un modo non meglio precisato ma che possiamo intuire dalla scena in cui decide di mettersi una camicetta di quattro taglie più piccola per strizzare le gemelline ben oltre il punto di rottura di un comune bottone (quelli che usa forse sono in titanio). Si sveglia alle 5 di mattina (non so per fare cosa perchè a quanto pare non lavora) e ama spiare la figlia che tromba con Mattia come nella peggio scena di ogni porno che si rispetti. Manca solo che si sgrilletti appoggiata allo stipite e ci siamo. Non ha problemi a lasciare la porta aperta quanto tromba e non si cura degli altri nel viaggiare per casa coperta solo da un misero accappatoio che evidentemente fallisce nell’arduo compito di contenere le sue poppe. Fa venire il durello fisso a Mattia che sul finale (molto finale) riesce finalmente a trombarsela (solo perchè lei glielo concede per pena, almeno lui la smette di guardarle le tette mentre parla). Le sue minne vincono a mani basse la partita. Reagisce in modo strano sia ai complimenti che alle offese e non ha praticamente rapporto con la figlia che dà a lei la colpa se il suo compagno è un pervertito.
    Frase top: Vuoi scoparmi? Fallo, figlio di puttana, prima che cambi idea!
    Almeno qualcuno che va dritto al sodo
  • Loredana (interpretata da quella là che c’è anche nell’altro film, forse Pamela Colucci). E’ l’amica di Laura e scopriamo presto che è una pompinara d’altri tempi. Il suo scambio di battute con l’amica è da cineteca e ci fa capire che lei è addirittura maestra nell’arte della fellatio, con laurea probabilmente conseguita sul campo. Da sempre infatuata di Gianni (vai a capire perchè) lo respinge perchè capisce che lui sta solo cercando di non pensare a Laura, anche se poi alla fine, dopo avergli detto di non farsi più rivedere, lo riaccoglie, se lo tromba e in due giorni decide di andare a vivere a Londra con lui. Entra in scena la prima volta mentre Giulio vomita allegramente nel giardino di Laura, ma lei non ne è minimamente schifata, anzi, si butta pure tra le sue braccia. Dotata di un pelo sullo stomaco da anatomopatologo-sturafogne capiamo che comunque non è che veda proprio di buon occhio Laura giungendo pure ad infamarla senza un perchè, solo perchè Giulio è andato da lei. Non brilla nel ruolo, ma si rifarà in seguito nel ruolo di badante del Navarra.
    Frase top: Maledetto stronzo vigliacco e maledetta quella finta santarellina […] ai cazzi miei chi ci pensa? Chi sono io, la consolatrice?
    [da leggersi con la voce di Loredana Bertè, fa più presa]
  • Gianni (interpretato da Roberto Ranieri). Torna di nuovo il Gaucho triste con la stessa faccia felice e sveglia degli altri film. Il nostro talento, la cui brillantezza fa invidia a quella di Mariottide interpreta come al solito il ruolo dello sfigato triste, aiutato dall’aria da eterno pezzente che lo avvolge. Gira perennemente con un Woolrich probabilmente falso e cerca di elemosinare patacca prima da Laura (che risponde picche) poi da Loredana (che risponde picche poi cuori). Lavora a Londra e pensa bene di tornare nella ridente provincia pugliese, notoriamente terra dalle infinite possibilità di lavoro. Dice di essere pazzo di Laura da sempre ma al suo rifiuto, prima le sbocca nel giardino, poi rivela di essere pazzo di Loredana da sempre. Per noi è pazzo e basta. Da sempre. E un po’ malato di figa.
    Frase top: BUUUHUHYAUHAUAGAUGUAHRR
    [Lui che vomita]
  • Giorgio (interpretato da Matteo Pedone). Incredibilmente doppiato da colui che doppierà Rupert Sciamenna, Giorgio è il classico focaccione bonario che punta troppo in alto in fatto di donne e al quale vengono rifilate le classiche frasi “sei troppo bravo quindi non ti scopo” “se fossero tutti come te” ecc.. Alla fine nonostante tutto riesce pure a farsi Silvia che però dopo l’orgasmo, mentre lui è in pieno periodo refrattario e in overdose di endorfine lo gela dicendogli che non succederà mai più (forse è rimasta schifata) per motivi che non ho ben capito (uno di quei motivi cretini che a volte si inventano le donne in queste circostanze) e lui ci rimane veramente di merda, con la stessa faccia con cui rimarrà di merda in “Un Posto al Sole”. Ma quando lei lo chiama “Giourgio” con la “r” inglese lui si scioglie. E’ il classico amico, sempre pronto ad aiutare le donne prendendosi in cambio un distaccato grazie (qui invece il grazie è una clamorosa scopatona, ma solo perchè siamo in un film di Saltarelli). Riuscirà a cacciare in malomodo il Dott. Gagliardi, reo di aver tentato di violentare Silvia prendendolo a parole grosse. Povero quell’ometto anziano. Ah, i due si danno i baci più schifati dell’universo, vai a capire perchè: lui boccheggia come un pesce, lei gli lecca il pizzetto. Ewww…
    Frase top: Ti voglio bene sai, e mi fai una tenerezza incredibile.
    Addirittura.
  • Silvia (interpretata da Regina Begaj). Alla sua prima prova attoriale, si ridoppia, sembrando in realtà doppiata da Natalia Busch (non vi ricordate chi è? beh, cavoli vostri Google, vi aiuterà). La sua parte potrebbe vagamente somigliare a ciò che le è successo sbarcata in Italia (posto che sia realmente straniera): incrocia un laido che vuole maramaldeggiare e si ritrova scornata col permesso di soggiorno in scadenza. Non indossa ancora le mise da film porno degli episodi successivi e non è ancora così sicura di sè, tanto che si riduce a trombare con Chumlee. E’ scusata se effettivamente si ridoppia (peraltro cambiando accento ad ogni frase e sembrando alternativamente italiana, rumena, albanese, brasiliana e inglese) e se non sa la lingua ma gli esiti a volte sono al top, come quando dice a Giorgio “Volevo solo vedere la tua reazione e quella del dottor Gagliardi” che sembra che dica che vuole vedere l’erezione dei due. Chissà, maagari voleva dire proprio quello e scegliere il suo uomo in base alle dimensioni del di lui membro…Parla con una voce estremamente robotica e in lei ci sono già i germi della vaccaggine, dacchè la sgancia al Pedone, facendogli fare un 13 al Totocalcio che non si vedeva dal ’62 e poi lo molla lì come una scarpa vecchia. Il suo ruolo nel film, come quello di Giorgio e del Gagliardi è assolutamente marginale se non inutile perchè non c’entrano un piffero con il resto della storia.
    Frase top: In Italia le puttane si chiamano così? Prostitute?
    Le prime parole che si imparano in una nuova lingua…
  • Il Dott. “Sciur” Gagliardi (interpretato da Mino Barbarese). Il Briatore del Tacco dello Stivale esordisce con una sciarpina da milanese imbruttito nell’unica scena che lo vede protagonista quando si fa dare da Silvia un appuntamento a casa sua (leggi: la stessa camera di albergo di tutti i film) per pasturare alla grande e toccacciare quello che può. Al rifiuto di lei e al comtemporaneo arrivo di Giorgio risponderà andandosene infuriato, apostrofando l’ingenua bionda come “troia” (e qui a Saltarelli si è accesa la lampadina trovando il ruolo della vita per l’attrice). Chissà che cazzo di lavoro le avrà proposto.
    P.S. l’attore che interpreta il Sciur è pure regista ed è uno dei tanti tentacoli della Idotea per la quale ha recitato in L’Ariamara (no, questo non ve lo recensisco).
    Frase top: Calmati che cazzo vuoi? Stronzo, la vuoi? E tienitela sta puttana!

Diciamo che in questo film c’è un po’ tutto il cinema di Saltarelli: le zoccole, le corna, i tentati stupri, i vecchi, gente che non c’ha na lira ma fa la bella vita e che cerca lavoro rimediando solo dei provoloni…manca solo il morto, ma il regista recupererà il terreno perso nei film successivi dove almeno 1 o 2 attori ci lasciano la pelle.

E’ un film sboccatissimo dove i protagonosti ci danno giù di cazzo, vaffanculo e troia come se fossimo nel peggior bar di periferia e si vede che c’è ancora molto da lavorare. Addirittura sembrano due film in uno perchè sinceramente la storia interpretata da Regina Begaj e Matteo Pedone non c’entra proprio un cazzo con il resto e i perdonaggi manco si incrociano (l’unico collegamento sta nell’amicizia tra Giorgio e Gianni che però non si incontrano mai). Si vede che lei doveva lavorare per forza e il regista ha buttato dentro un po’ di scene con i due per allungare il minutaggio.

“Assente” Regina Begaj la parte del leone se la prende alla grandissima Miriam di Marco, alias la milf definitiva che nonostante non sia più una ragazzina è, come direbbe il Dogui “una sventola della madonna”. Poppe a tutto spiano, culo in primo piano, insomma tutti gli ingredienti per una carriera fulgida nelle premiate scuderie Salvia-Saltarelli. Peccato non la rivedremo più.

Viene qui inaugurata la pratica, che farà scuola nel cinema di Saltarelli dei doppiatori-ruttatori: gli attori recitano così male che non solo vengono doppiati, ma per cercare di fare andare in sincro labiale e parlato ogni tanto ci si deve fermare e le frasi risultano tronche oppure sembra che il doppiatore abbia dovuto ruttare nel mezzo della frase cercando di non farsi sentire. Un esempio di frase troncata?

Le basta così poco per cambiare idea? Questa deve essere proprio……

Tano d’Amore – Mattia

La più dipendente dal doppiaggio è proporio Miriam di Marco che recita tutto un altro copione e le sue labbra non sono MAI allineate con il doppiaggio. Cioè lei dice proprio cose diverse e poi dopo le hanno probabilmente cambiato i dialoghi.

Il Saltarelli si perde un po’ nella sceneggiatura e per larga parte del film sembra che la storia non debba andare a parare da nessuna parte. Voglio dire, che Mattia si voglia scopare la milf è palese dal primo minuto e i due ci girano intorno un’ora intera ma senza far nulla. Io mi immagino il regista intento a filmare una scena di sesso trida dopo l’altra e l’assistente che gli dice “ahò dottò mancano 15 minuti alla fine de film, che, si quaglia?” e il Saltarelli che si tira una schiaffo sulla fronte capendo che non ha più tempo per allungare ulteriormente il brodo. Quindi nell’ultimo quarto d’ora senza motivo fa trombare i due lasciando in sospeso tutto il resto. Cosa fa Silvia? Quante seghe si farà d’ora in poi Giorgio? Come finisce la storia di Sciamenna? Non sappiamo neppure come finisce la storia tra Laura e Mattia, giacchè lui se ne va praticamente mollandola (ok, lei non lo capisce ma lui potrebbe essere un po’ più chiaro) e sul faccione interrogativo di lei si chiude la visione.

Alcune scene lasciano quasi supporre una deriva pornografica, ma Saltarelli è un uomo serio e non scade in queste baggianate triviali. Però nella scena che ricalca il mexican standoff de “Il Buono il Brutto e il Cattivo” (non ce ne abbia a male Saltarelli se lo paragoniamo a Leone) ci siamo andati vicini:

Anche se merita di stare nelle citazioni vi lascio due piccoli gioiellini di poesia tratti da “La Sbandata”:

Ma che gli fai tu agli uomini? […]
Penso di saperlo.
Sì? E sentiamo che cosa?
Lavori bene con la bocca!
Da una brava maestra è il minimo che possa avere imparato.

(Anonimo veneziano)
<<Sei proprio una pompinara!>> <<Ho imparato dlala maestra!>>

Segue una poesia-fumetto:

<<Così saresti tu quello che si sta impalmando Lauretta…>>
<<E tu saresti quello che si scopa Rossella?>
– Fine –

Citazioni

Mamma hai mostrato la casa a Mattia?

(tanto è la stessa di tutti i film, la conosce già)

Mattia, bevi sto cazzo di caffè, e poi credo sia il caso che ti ritiri in camera a studiare!

Tu non sopporti quell’uomo soltanto perché si scopa tua madre.

Penso sia il caso di chiarire questo episodio deplorevole

Stronzo!
(Ma io o lui?)

Sei un bocconcino prelibato, vedrai che ti piacerà!

In definitiva

Un diamante grezzo, ancora da smussare. I ruoli sono ancora in fase embrionale, Regina Begaj non è ancora protagonista, le sue poppe si vedono meno del solito e non è ancora così vacca, Rupert Sciamenna non è ancora così laido, mentre il buon Chumlee Pedone è già sfigato nel primo film (però dai almeno una scopatina se la fa). Mancano scene davvero madri per sparare questo film nell’Olimpo ma il giovane Saltarelli si rifarà.

Oh, si che si rifarà.

Valutazione

 Regia3
  Trama0
 Recitazione2
 Il giudizio di MoviesTavern (vale doppio!)2
 Voto complessivo 1,8

26 risposte a "#211. La Sbandata (2017)"

      1. Grande! Se posso esprimere la mia preferenza l’ideale sarebbero gli spezzoni con la milf bionda (soprattutto quello in cui ha la vestaglia rosa di cui hai messo delle foto). Attendo fiducioso…

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  1. Mi riaccodo alle richieste di qualche spezzone relativo alle scene con la Mamma… Purtoppo ho la possibilità di vedere etv rete 7 solo in streaming e all’ora in cui danno questi film oscurano tutto. Eventualmente se non si può andrebbe bene anche una condivisione in privato con i pochi che siamo interessati a questo “capolavoro”

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