#216. 1990 – I Guerrieri del Bronx (1982)


Flash review (potrebbe contenere spoiler): Un tacchino in leggings con un brutto nome aiutato da un pappone cerca di far fuori un vecchio baffuto. Muoiono praticamente tutti.

1990 – I Guerrieri del Bronx è un film del 1982 di Enzo G. Castellari. I protagonisti sono Mark Gregory che lavorerà ancora con Castellari e sarà diretto da Luigi Russo in “Adamo ed Eva, la Prima Storia d’Amore” (1983) e reciterà nella saga di “Thunder” di Fabrizio De Angelis, Stefania Girolami e Vic Morrow. Una piccola parte anche per George Eastman, attore-feticcio di Joe D’amato per il quale ha recitato in “Antropophagus” (1980) e “Anno 2020 – I Gladiatori del Futuro” (1982).

Anno: ITA 1982

Soggetto: Dardano Sacchetti

Sceneggiatura: Elisa Livia Briganti, Dardano Sacchetti

Regista: Enzo G. Castellari

Cast: Vic Morrow, Stefania Girolami, Mark Gregory, Christopher Connolly, Elisabetta Dessy, Enio Girolami, George Eastman, Joshua Sinclair, Fred Williamson, Carla Brait (non accreditata)

Durata: 92 minuti

Recensione & Commento (appassionato)

L’infatuazione italiana per la fantascienza apocalittica e post apocalittica è stata breve ma intensa: sulla falsariga dei pilastri del genere ovvero “Interceptor” (1979) di George Miller, “I Guerrieri della Notte (1979) di Walter Hill e “1997: Fuga da New York” (1981) di John Carpenter, nella prima metà degli anni ’80 anche in Italia si assiste, sempre seguendo gli stilemi del cinema di genere, ad un fiorire di opere ispirate al mondo post-atomico o di distopia politica che sa tanto di mondo dopo l’apocalisse. Uno dei primi esempi fu proprio il nostro “1990 – I Guerrieri del Bronx” di Enzo G. Castellari, il regista che fu l’esponente principale di questa nuova tendenza: lo stesso Castellari nel 1982 e 1983 confezionerà altri due film del genere, “I Nuovi Barbari” e “Fuga dal Bronx”. Sempre nel 1983 usciranno in Italia “2019 – Dopo la Caduta di New York” di Sergio Martino e “Endgame – Bronx Lotta Finale” di Joe D’Amato”, mentre nel 1984 il filone post-apocalittico può già dirsi virtualmente concluso con l’uscita di “I Guerrieri dell’Anno 2072 “, dato che le produzioni successive risentiranno sempre più dell’influsso del genere fantasy e del sottogenere sword & sorcery.

Mica si scherza…

Fatte queste dovute premesse, il nostro film è esattamente quello che ci si potrebbe aspettare: Castellari è una sorta di cerniera umana tra I Guerrieri della Notte e 1997: Fuga da New York, l’ambientazione newyorkese è quella “classica” del genere, i protagonisti vivono in un mondo che ha abbandonato legge e ordine e che ha echi che gli amanti di Ken Shiro non potranno non notare, si chiamano tra di loro con nomi-soprannomi che fanno riferimento alle loro origini e alla durezza del loro mondo e soprattutto, gli stessi attori sono stati scelti per scimmiottare quelli più famosi.

E’ in questo spirito che il protagonista del film è all’anagrafe Marco Di Gregorio, celato sotto l’altisonante pseudonimo Mark Gregory, imberbe e tamarro personaggio di nome Trash, qui al suo debutto cinematografico a soli 17 anni. Tra gli altri personaggi, abbiamo la donzella che sconvolgerà il mondo dei tamarroni, ovvero Ann, interpretata da Stefania Girolami che sembra Magda di “Bianco, Rosso e Verdone”, sempre con quella sua espressione persa e triste e l’attore che interpreta l’infido Ice, ovvero Joshua Sinclair, che è il perfetto incrocio tra Kurt Russel in versione Jena Plissken e Eddie Jordan, ma con la boria di Harry Potter.

Eddie Jordan, prima di fare delle gran macchine gialle

Gli attori scelti non è che brillino particolarmente per doti, soprattutto Di Gregorio che pare abbia studiato tecniche espressivie all’università Steven Seagal; d’altronde il ragazzo fu scovato dai produttori in una palestra romana, non certo all’Actor’s Studio, quindi la cosa era abbastanza ovvia.

La storia alla base del film è quella dell’amore tra Ann e Trash e dalle peripezie che proprio Trash deve compiere per tentare di salvarla dal suo destino di erede della Megaditta della situazione, una multinazionale di Manhattan che controlla praticamente tutto il mercato mondiale di armi. Lei, che potrebbe bearsi dei suoi miliardi lasciando che altri prendano le decisioni decide che quella vita non fa per lei e scappa nel Bronx che da anni è lasciato a se stesso, data l’incapacità del governo di arginare lo strapotere delle bande che lì spadroneggiano. Ovviamente non sta bene che la figlia del Megadirettore se ne stia nel Bronx quindi inizia subito una missione per cercare di recuperarla senza dare nell’occhio e la scelta per riportarla a casa cade su Hammer, oscuro e pittoresco figuro di cui all’inizio non sappiamo nulla ma da come se ne parla sembra uno che ci sa fare anche se non sta molto alle regole. Insomma, il classico semi-eroe cazzaro di molti film. Ann proprio là non ci vuole tornare perchè si è innamorata perdutamente di Trash. Che poi ditemi voi come si fa a provare amore e fare un discorso serio con uno che si chiama Rumenta (sostituite “rumenta” con il nome che date nel vostro dialetto alla spazzatura).

Ci si aspetterebbe un po’ di azione, un po’ di botte, un po’ di sano post-atomico ma l’opera di Castellari vira più sul soporifero e ce ne viene dato un assaggio in una delle prime scene in cui vediamo Trash andare a parlare con “Re Ogre” (ci arriviamo dopo) con i suoi scagnozzi mentre un tipo cicciato fuori dal nulla suona la batteria sulle rive dell’East River per cinque-minuti-cinque consecutivi, facendo venire voglia di dare fuoco alla TV/computer/smartphone/qualunque cosa usiate per vedere il film.

Ma ancor prima della batteria a provocare orticaria e delirio è la visione del Di Gregorio che cammina impettito come un tacchino come se viaggiasse perennemente con una scopa nel culo, con il petto glabrissimo in fuori e con l’espressione fissa nel vuoto indossando pantaloni di pelle strettissimi.

Re Ogre, poi. Interpretato dal già eroe della blaxploitation Fred Williamson, costui è il nuovo signore del Bronx al quale tutti si sottomettono (non ci è dato modo di capire su quale base) e che viaggia con una scorta di idioti malati, su una macchinona fiammeggiante che pare uscita da Pimp my Ride con bagasciona al seguito agghindata da battona. Manca solo Xzibit che esce da dietro cantando il suo orrendo rap e avremmo tutto. Ogre è vestito perennemente anni ’70 con pantalonazzi di pelle che mi chiedo come possano essere comodi per fare a botte.

Ah, ma non è “Murderock – Uccide a passo di danza”???

Tra gli idioti malati c’è Leech che dovrebbe essere uno degli “zombi” che si nutre di cuori. Soprassediamo sul fatto che di norma gli zombi mangino cervelli. Le bande che popolano il Bronx sono quanto di peggio la razza umana abbia da offrire. Aldilà dei Riders, la banda di Trash che a confronto delle altre sembra pure normale, abbiamo dei tizi platealmente gay tinti di blu, dei mezzi cavernicoli straccioni sporchi di farina (i “temibili” Scavengers), dei tizi che ti attaccano ballando e che vengono introdotti come se si stesse guardando Amici di Maria De Filippi e i coglioni comandati da Golem che vanno in giro sui pattini a rotelle e vestiti con abbigliamento da hockey con tanto di mazze. Un guazzabuglio di casi umani che ricorda i pirla di “I Predatori dell’Anno Omega” (1983) di David Worth. Come ricordato poco fa, tutta questa gente sembra la folla di pezzenti che incontrava Ken Shiro quando puntata dopo puntata aveva davanti a sè degli idioti, ciascuno vestito a suo modo e con delle pseudo-abilità particolari. Almeno però lui li faceva saltare in aria, Trash invece fa solo pena.

Avessereo cavalcato il Tenerè sarebbero sembrati più seri

Non vi sto a snocciolare tutto ciò che succede nel film, anche perchè dal sonno l’ho visto in 3-4 volte e ogni volta avevo serie lacune di quello che era successo in precedenza, ma il succo della questione è che Ann deve essere riportata sana e salva a Manhattan grazie all’infiltrazione di Hammer che cerca di mettere Trash e le varie bande che si spartiscono il Bronx le une contro le altre. Trash annusa la fregatura e cerca di ottenere l’aiuto di Ogre e degli altri per mettere momentaneamente a tacere le loro rivalità e coalizzarsi contro Hammer che per mettere zizzania sfrutta Ice, braccio destro di Trash ma anche suo principale oppositore che tradirà il compagno molto volentieri non appena se ne presenterà l’occasione. Viene anche introdotto il personaggio di Hot Dog, un inutile vecchio zoppo fratello di Ice che non si capisce con chi collabori in realtà e che giustamente verrà fatto fuori proprio dal fratello, dopo essere stato amorevolmente chiamato “gambadilegno” e “figlio di puttana”.

Hammer è il personaggio-palude della storia: giogioneggia e si atteggia come fosse l’eroe di cui non si può proprio fare a meno, viene presentato con tanto di mistero, come se dovessimo prepararci all’ingresso in scena di un play della madonna e invece quello che vediamo è un vecchio baffuto, molto somigliante al morto di “Weekend con il Morto” che non si capisce come possa essere l’uomo-definitivo per una missione rischiosa. Ma a quanto pare quando arriva lui tutti si piegano e mettono le chiappe al vento, manco fosse chissà chi.

Effetti speciali fatti con l’accetta

Il piano di Trash di coalizzare tutti gli straccioni contro Hammer riesce e vinta la resistenza di Golem (che non era molto d’accordo e in premio si becca una coltellata nella schiena) interpretato da un incazzoso George Eastman arriviamo al sodo, ovvero l’irruzione di Hammer vestito da poliziotto (ma perchè???) con i suoi tirapiedi col lanciafiamme spianato contro i nostri eroi armati di mazze e pugni. Ovviamente la meglio ce l’ha Hammer che con una clamorosa vittoria di Pirro ammazza Ogre e fa fuori pure Ann, mandando quindi in vacca tutta la missione (meno male che era uno chirurgico, lui) per poi finire ammazzato da Trash, incomprensibilmente unico superstite che nessuno si incula.

Il finale è di omerica memoria con il nostro Trash, distrutto dalla morte di Ann che si vendica uccidendo Hammer per poi legare il suo corpo esanime alla moto e portarlo in giro come un trofeo. Questo è ciò che mi ha ricordato il finale, ma siamo ben lontani dall’accostare questo film all’Iliade, anche perchè a ben vedere il sacrificio di Hammer è totalmente gratuito: voglio dire, sia lui che Trash si vedono benissimo l’un l’altro e sinceramente non vedo come come Hammer abbia potuto prendersi una fiocinata nel petto così, senza batter ciglio in preda al suo delirio di onnipotenza.

Si chiude così un film che non ha molto da dire, con una storia scopiazzata, con molti momenti morti, pochi, pochissimi “colpi” e tanta, tanta noia.

Tra i momenti celebri rimane impresso a fuoco il momento cin cui l’insopportabile Ice decide di cascare come un coglione dalla moto, e sinceramente non si capisce come possa riuscirci dacchè è quasi fermo e all’improvviso da una sgasata che lo fa cascare come un pollo. Lode a Castellari che ha lasciato la scena nel film.

Citazioni

Trash! Che cazzo fai qui?

Che cazzo vuoi da me, gambadilegno?

In definitiva

Ah, ma non è “Weekend con il morto”???

E’ il papà dei post-apocalittici italiani ma manca di mordente e azione, mentre abbonda di primi piani di Di Gregorio e di inseguimenti al nulla nelle fogne o similari. Abbastanza noioso nel complesso e anche esente da momenti cazzuti che possano riabilitarlo.

Valutazione

 Regia5
  Trama3
 Recitazione4
 Il giudizio di MoviesTavern (vale doppio!)3
 Voto complessivo 3,6

Questo film è parte di una lunga catena di recensioni, ognuna collegata alla precedente e alla successiva da un aspetto (un attore o un’attrice in comune, lo stesso regista, lo stesso anno di produzione ecc…).

Il collegamento con il precedente film è l’attrice Carla Brait.

La chiave che porta alla prossima recensione è l’attore Massimo Vanni.

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